sabato 31 gennaio 2009
Asino chi scrive!
In realtà sono parole grosse. E in realtà a rigore l'avrei già inaugurata qui.
Mi riprometto (ma non è un contratto con gli italiani) di vedere e riportare qui alla fine di ogni mese le 10 parole più ricercate su google in Italia.
Lo strumento Google Insights for Search regala, insieme a questa classifica, anche le 10 parole che hanno avuto il maggior incremento di ricerche rispetto al mese precedente.
Spero che questa rubrica possa servire a tutti i miei amici blogger nella scelta del tema del loro prossimo post!
Top searches
1. facebook 100
2. youtube 45
3. you 30
4. libero 25
5. video 20
6. meteo 20
7. giochi 20
8. you tube 15
9. yahoo 15
10. netlog 15
Rising searches
1. lotteria italia Breakout
2. grande fratello 9 Breakout
3. grande fratello +2900%
4. calciomercato +110%
5. facebook login +100%
6. gossip +90%
7. amici +70%
8. tiscali mail +50%
9. sportmediaset +50%
10. libero mail +50%
Questo mese vorrei commentare la numero 7 delle rising searches: amici.
Mi sono subito (presuntuosamente) chiesto chi fosse messo così male da cercare degli amici su google senza inserire nessun altro parametro. Non può essere.
Poi mi è venuto in mente un articolo letto da poco che diceva che il grande successo del faccialibro è stato quello di chiamare "amici" quelli che fino a quel momento si erano sempre chiamati "contatti". Forse che questa impennata era dovuta ai lettori di quell'articolo. Non può essere.
Poi mi è venuta in mente la cosa più semplice del mondo: provo a fare la ricerca et voilà
venerdì 30 gennaio 2009
Un altro motivo per abbonarsi a Internazionale
L'ultima novità è la rubrica Greenwash.
Greenwashing è un neologismo indicante l'ingiustificata appropriazione di virtù ambientaliste da parte di aziende, industrie, entità politiche o organizzazioni finalizzata alla creazione di un'immagine positiva di proprie attività (o prodotti) o di un'immagine mistificatoria per distogliere l'attenzione da proprie responsabilità nei confronti di impatti ambientali negativi. (wikipedia.it)La rubrica presenta ogni due settimane un articolo di Fred Pearce tradotto dal Guardian.
giovedì 29 gennaio 2009
L'amore al tempo della crisi
Oltre all'effeto barriera, questi involucri contengono anche perfluorinati che sembrerebbero ritardare il concepimento. Uno studio pubblicato sul Journal of Human Reproduction ha dimostrato che le donne con elevati livelli di composti perfluorinati (Pfc) nel sangue ci mettono più tempo a rimanere incinte. Gli esperti fanno notare anche che i Pfc, utilizzati nell’industria, sarebbero molto adatti alla funzione di profilattici anche perché resistenti al calore e lipo e idrorepellenti.
Molte delle intervistate affermano che uno degli aspetti positivi di questa novità è anche il minor imbarazzo provato nel chiedere la vaschetta al supermercato rispetto a chiedere una scatola di preservativi in farmacia.
Entusiasti anche gli ecolologisti. Sul sito ecodieta di Enel si legge infatti che il mancato utilizzo di 4 preservativi da 20 g alla settimana porterebbe ad un risparmio di ben 8kg di CO2 all'anno.
Delusi invece i salumieri e i fruttivendoli che hanno visto crollare la vendita dei prodotti da banco. "Non ci voleva proprio" dice Dario Gelo, ideatore di farmermarket.it, "proprio adesso che la gente stava iniziando a preferire la qualità della frutta e della verdura di stagione comprata fresca direttamente dal contadino". Ma, da bravo imprenditore, ha già pronta la soluzione "Un rotolo di domopak per ogni spesa fatta in tutti i nostri banchi!"
martedì 27 gennaio 2009
Chi non inquina, non fa l'amore
Due ragazzi escono dalla lezione carichi di appunti, lei propone di andare a "studiare" a casa di lui, lui accetta e prospetta un percorso sui mezzi pubblici, lei allora si tira indietro.
Jingle. Zoom. The end.
Se avessi avuto la Mini non avresti perso questa occasione!
Pubblicità Progresso a cura di MISS FIAT (Ministero per le Sovvenzioni Statali che Foraggiano l'Industria Automobilistica Torinese)
Educativa!
Lautari?
Oggi più che mai: "hey giovane, la metti una firma di solidarietà per le droghe pesanti?"
Non ho mai avuto voglia e tempo di fermarmi a leggere cosa vogliono, anche subodorando sempre che si trattasse di una raccolta di soldi mascherata da firme.
Ma cosa vuol dire solidarietà per le droghe pesanti?
E' la sincope di solidarietà per [giovani che hanno avuto problemi con] le droghe pesanti?
Si riferisce al problema che soffrono sempre di più la concorrenza delle sorelle leggere?
Vogliono vietarle o che siano legalizzate?
E poi, chi sono questi ragazzi?
Stasera ho fatto una piccola ricerca e sembra che si tratti della Comunità dei Lautari che ha anche un sito e sedi in 7 (solo sette) città italiane tra cui .... Carpi!
Che coincidenza, ecco perchè li incontro sempre io! DEVO saperne di più....
Giorno della Memoria
[...] state attenti, amici non ebrei, che la Shoah non ricorda una tragedia ebraica, ma una tragedia europea. Non riguarda le vittime, ma i colpevoli. Il Giorno della Memoria non è fatto per ricordare gli ebrei morti, ma i non ebrei che li hanno ammazzati. È fatto per mettervi in guardia contro le idee ignobili dei carnefici, nella speranza che queste idee siano morte. Sembra che non lo siano. Non è importante che al Giorno della Memoria partecipino gli ebrei. Noi non ne abbiamo bisogno, per ricordare. Sono i non ebrei che debbono parteciparvi, col pentimento nell’anima. Il Giorno della Memoria non è fatto per noi. È fatto per voi. (lastampa.it)Aggiungo anche da Weissbach le considerazioni di Vito Mancuso che Informazione Corretta prende a sua volta da Repubblica.
lunedì 26 gennaio 2009
Il dilemma della colf
Libero fino ad un certo punto, perchè immancabilmente mentre do l'aspirapolvere (mi ero ripromesso di fare le pulizie almeno una volta alla settimana, ed è l'unico dei miei propositi che dipenda interamente da me) il mio pensiero è sempre lo stesso: il dilemma della colf.
Ho proposto spesso a mia moglie di assumere una donna delle pulizie ma, siccome non siamo d'accordo, non l'abbiamo mai fatto (nelle scelte attive che richiedono l'unanimità, ovviamente vince chi vota contro).
Così ogni volta che do l'apirapolvere penso ai motivi a favore o contrari a questa scelta.
Motivi pro-colf
- Maggior tempo libero per fare altre cose (questo è ovviamente il motivo principale declinabile in una miriade di sotto-motivazioni concrete tra cui le più efficaci sono maggior tempo da passare tra noi e a giocare con i figli che, guarda caso, sono gli altri due propositi per il mio 2009!)
- Minor stanchezza a fine giornata e fine settimana
- Minor rischio di avere la casa sporca quando si vorrebbero invitare ospiti: interessa solo me
- Dare lavoro ad una persona che lo fa di mestiere (quella che la mia commercialista, sfacciatamente pro-colf, chiama circolazione del reddito)
- Motivazione educativa: è quella che maggiormente condivido. Voglio che i miei figli imparino 1. che bisogna essere responsabili della pulizia e dell'ordine luogo in cui si vive, 2. che non ci sono lavori o mansioni che non si possano fare, 3. che siano autosufficienti. Ovviamente per loro è più facile imparare queste cose dall'esempio che leggendo il mio blog.
- Contro-Motivazione sul tempo libero: paura che il tempo "recuperato" verrebbe investito in maggior lavoro e non in tempo libero in famiglia ... da dimostrare
- Spesa per la colf: questa è una motivazione che a prima vista sarebbe semplice da risolvere, se si hanno più soldi che tempo si sceglie sì, se si ha più tempo che soldi si sceglie no. Invece sotto-sotto anche questa è più complessa. Innanzitutto come nella precedente racchiude il rischio di un circolo vizioso per cui più si ha tempo più si lavora più si delega o rinuncia alla propria vita per lavorare, etc. Inoltre non è detto che la situazione tempo/soldi sarà sempre la medesima e sono convinto che sia sempre difficile tornare indietro su certe abitudini. Infine, se si hanno più soldi che tempo, la scelta migliore non sarebbe (potendo) lavorare un po' meno (so già che ci farò un post appost!).
- Motivazione comunista/femminista: non è giusto che un'altra persona, e soprattutto un altra donna, debba fare quello che non vogliamo fare noi. Anche la risposta a questa obiezione è meno ovvia di quello che sembri. Subito viene da obiettare che nessuno costringe la signora delle pulizie a fare quel mestiere, che è appunto un lavoro come ogni altro che le permette di mantenersi e mantenere la sua famiglia. E che, come si vuole insegnare ai figli, non esistono lavori degni o meno degni e che magari nemmeno allo spazzino piace pulire la strada e vuotare il cassonetto ... ma non è proprio così ...
Troppo spesso però ci si ferma a misurare quanto questa rivoluzione sia in realtà avvenuta davvero (e in parte è avvenuta) o quanto sia solo aumentato il carico di lavoro delle donne.
Poco spesso, a mio avviso, ci si ferma invece a considerare (perchè non lo si vuole vedere) quanto il peso di questa rivoluzione sia stato fatto pagare ad altre donne che evidentemente, per parafrasare Orwell, sono meno donne delle nostre. Sono le varie filippine, rumene, polacche che si occupano dei nostri bambini, delle nostre case e dei nostri anziani.
Per farlo esse hanno dovuto rinunciare alla loro terra, alla loro famiglia, ai loro bambini. Sono le nostre nuove schiave, le schiave globali.
Schiave globali
Si veda a questo proposito il volume di Rachel Salazar Parrenas “Servants of Globalization”. Attraverso un’indagine etnografica che scava nelle dinamiche migratorie delle donne filippine in due “città globali” come Roma e Los Angeles, Parrenas mette in luce con chiarezza i processi che contraddistinguono la vita di questa forza lavoro migrante femminile, ricostruendo le cause ed effetti di quella condizione di quasi-cittadinanza, o “cittadinanza parziale”, a cui le donne filippine sono relegate. Rappresentate come “eroine” dal proprio stato di origine, a partire dal cruciale ruolo che esse svolgono nel sostenere l’economia nazionale attraverso le loro rimesse, esse non solo si ritrovano “orfane” della cittadinanza di origine, ma raramente hanno accesso a reali diritti di cittadinanza anche nei paesi di emigrazione, nei quali sono piuttosto soggette alle dinamiche flessibili di un mercato del lavoro, quello di riproduzione e di cura, specchio dei processi di ristrutturazione dei welfare imposte dalla globalizzazione e dal neo-liberismo. Non a caso Parrenas definisce le migranti/domestiche della globalizzazione come “prodotti” e “merci” della globalizzazione , la cui esportazione, al pari di quella degli altri manufatti, genera valore aggiunto sia al paese di origine che a quelli di destinazione. (Nota ad un articolo di Ruba Salih)Le schiave (anzi, in passato erano schiavi e schiave; paradossalmente esisteva meno il problema femminista e più quello comunista) sono sempre esistite e anche le colf.
Ma un tempo i signori (ma quelli erano altri tempi e quelli erano davvero Signori) si facevano carico in pieno delle proprie colf e le inserivano nelle loro famiglie. La cuoca viveva nella casa del padrone (magari nella cucina), il marito si occupava del giardino, mangiavano nella casa del padrone (magari in cucina), i figli della cuoca giocavano con i figli del padrone e la vecchia cuoca veniva accudita negli ultimi anni della sua vita nella casa del padrone.
Oggi nessuno terrebbe in casa la colf a vita. Quasi nessuno tiene più in casa la colf. A meno che non ci siano porprio neonati o anziani non autosufficienti (ma in questo caso l'anziano e la badante vengono rinchiusi in una casa comune che possibilmente non sia quella del padrone) è meglio che la colf stia a casa sua (e se ce l'ha ho meno non è problema che ci riguardi).
A chi interessa che la colf abbia dei figli in Polonia? O che il fatto di vivere e lavorare qui le impedisca di avere una famiglia?
Oggi un po' di più, ma fino a ieri nessuno si preoccupava di mettere in regola la colf, di pagarle i contributi che avrebbero potuto garantirle una pensione, cosa succeda alla colf quando non ci serve più non è un problema che ci riguarda.
Con questo non voglio certo dire che si stava meglio quando si stava peggio o ineggiare alla schiavitù. Però forse avere i servi in casa rendeva più responsabili.
Noi tendiamo ad allontanare i problemi per porli fuori dal nostro campo visivo e poi a dimenticarli. Non ci sono più le navi che dall'africa portano qui gli schiavi a lavorare ... però ci sono ancora navi che portano il lavoro agli schiavi cinesi e navi che portano qui prodotti lavorati dagli schiavi africani. Solo che noi non li vediamo più e possiamo convincerci che la schiavitù è stata abolita nel secolo scorso.
Adesso sono fiero di aver dato l'aspirapolvere.
Tra l'altro mi è rimasto anche il tempo di scrivere questo lungo, provocatorio, non esaustivo, ma importante post.
domenica 25 gennaio 2009
Ambizione orizzontale e picchi di eccellenza
Ancora più rara la variante "multiambition" (inesistente) se non nella sua derivazione "multiambitious" utilizzata però solo due volte, da C.P. riferito a me e dal TIME riferito a Joe Books.
In Italia il termine "ambizione orizzontale" compare per la prima volta in un articolo di Repubblica del 22 aprile 2002, sul doppio lavoro e non sembra (dalla ricerca su google) aver avuto nessuna fortuna.
Il senso in cui la interpreto io è però una leggera variante rispetto all'originale americano: la mia idea di ambizione orizzontale(di cui ho parlato in uno dei primissimi post di questo blog) è quella di volersi muovere su piani differenti e riuscire in tutti.
Quando scrissi quel post mi era venuto il dubbio che fosse soprattutto la giustificazione di chi non riesce ad eccellere in nessun campo.
Venerdì, parlando con un'amica, ho aggiunto al concetto di ambizione orizzontale quello di "picchi di eccellenza".
Chi (come me) insegue l'ambizione orizzontale difficlmente ottiene stabili posizioni di eccellenza in qualche campo ma raggiunge spesso picchi di eccellenza in campi diversi.
Non sarà mai un grande scacchista, un grande chitarrista nè tantomeno un grande rugbysta ... ma mi consola il fatto di aver vinto sia il primo premio al torneo di scacchi delle medie che il 2° posto al Rock around the roc nel 1989 e un secondo posto ai giochi della gioventù con la squadra di rugby del liceo!
Picchi di eccellenza!
Il treno per Auschwitz
Per celebrare la mia giornata della memoria ieri ho iniziato a leggere "I sommersi e i salvati" di Primo Levi che partì proprio in treno da Fossoli nel febbraio del '44.
Avevo letto Se questo è un'uomo e La tregua quando ero ragazzo, non ne ricordo tanto. Però non so se è questo libro che è diverso dagli altri due o se sono io che sono cambiato ma la sensazione che ho leggendo in questi giorni è diversa.
Quando leggevo vent'anni fa pensavo che fossero cose orribili, disumane e che fosse necessario non dimenticare perchè non si potessero ripetere più. Ma con la convinzione che fossero cose lontane, disumane e che gli uomini non le avrebbero ripetute più. Anche Repubblica e L'Espresso da ieri pubblicano l'opera di Primo Levi con la motivazione "ci sono pagine da leggere perchè nessuno debba più scriverle.
Oggi, leggendo I sommersi e i salvati, mi rendo conto che quelle pagine parlano ad ogni uomo in prima persona, a me in prima persona. Il capitolo dal titolo "comunicare" denuncia una "pigrizia mentale" che spesso ci fa chiudere in noi stessi e dimenticare che
comunicare si può e si deve: è un modo utile e facile di contribuire alla pace altrui e propriae questo non vale solo nel Lager ma anche in famiglia. E aggiunge, poco dopo che
Della comunicazione mancata o scarsa non soffrivano tutti in ugual misura. Il non soffrirne, l'acettare l'eclissi della parola, era un sintomo infausto: segnalava l'approssimarsi dell'indiffereza definitiva.e subito dopo
del grande continente della libertà la libertà di comunicare è una provincia importante. [...] Lintolleranza tende a cesurare, e la censura accresce l'ignoranza della ragione altrui e quindi l'intolleranza stessa: è un circolo vizioso rigido, difficile da spezzare.Ora, queste non sono cose disumane e nemmeno così lontane dall'esperienza quotidiana di ognuno di noi.
In un altro punto parla del "nosismo" come quella forma di egoismo che, comprendendo entro i suoi limiti non soltanto l'ego ma il "noi" di chi ci sta più vicino riesce in qualche misura a farci sentire meno in colpa pur essendo ben lontano dall'altruismo.
Non l'ho ancora finito ma ho già capito che non è tanto la memoria che l'autore vuole suzzicare in me quanto la consapevolezza che se ognuno non riconosce questi meccanismi come possibili in sè, sarà sempre possibile il ripetersi di violenze disumane.
venerdì 23 gennaio 2009
Il Fuzzy pensiero
Lascio a wikipedia l'approfondimento per chi volesse farsi del male. O consiglio la lettura del libro sulla quale l'ho scoperta io, "il fuzzy pensiero" di Bart Kosko uno degli allievi più brillanti di Zadeh.
Mi è tornata in mente a proposito del colore delle lune.
L'illusione ottica è il primo segnale dell'insufficienza del nostro pensiero fondato sulla logica classica. Nella logica classica la luna è bianca o nera. Nella logica fuzzy una luna bianca ad un grado di 0,5 e nera ad un grado di 0,5 è identica ad una nera ad un grado di 0,5 e bianca ad un grado di 0,5. Notate che il grado di appartenenza nella logica fuzzy è ben diverso dalla probabilità che una luna sia bianca o nera. Infatti la probabilità caratterizza il sistema, ma una volta scelta una luna quella torna ad essere 0 o 1, mentre l'appartenenza fuzzy caratterizza il singolo elemento. Anche questo è spiegato semplicemente su wikipedia.
Nel campo delle idee noi persone civili siamo già abituate al fatto che non si può sempre avere ragione ... ma siamo ben lontani dal convincerci che in ogni idea che abbiamo c'è immancabilmente un certo grado dell'idea opposta.
Figuriamoci nel campo della morale dove bisogna ogni volta decidere se una cosa è giusta o sbagliata, approsimando il meno possibile!
Il temuto relativismo, si dice, porta ad eliminare ogni punto di riferimento. Se non c'è più nulla di vero o falso, giusto o sbagliato, come si può andare avanti? Siamo impotenti.
Ma la logica fuzzy non dice questo, anzi.
C'è il vero e il falso, il giusto e lo sbagliato, il bello e il brutto, il bianco e il nero dentro ogni cosa ed ognuno. Siamo totipotenti.
giovedì 22 gennaio 2009
Il tuo romanzo in sei parole
Seconda tranche.
Non me lo sono fatto ripetere due volte ... ho già madato il mio primo romanzo a L'Espresso.
Parla del processo creativo, della genesi del romanzo, del passaggio dall'idea alla carta. E non solo è un omaggio all'idea stessa del romanzo in sei parole.
Sei idea, sei pensiero, sei parole.22:37 Ne ho scritto un'altro, parla del saper godere la bellezza delle cose per quello che sono, senza aspettare sempre qualcosa in più, del saper vivere anche la fine delle cose belle che ci succedono con lo spirito di gratitudine per quello che abbiamo ricevuto.
Piacere che finisce non sia dolore.Aggiornamento 23 gennaio 2009, 23:27
Ovviamente l'errore è stato iniziare questa cosa alle 11 di sera e poi andare a letto. Notte quasi insonne!
Ho capito che non posso inserirli tutti sull'espresso e che non posso inserirli qui a caso, devo già creare una collana che comprende diversi generi.
Un genere trasversale alla collana saranno i romanzi di sei parole acrostici (il cui sotto-sotto-genere saranno gli acrostici di P.A.R.O.L.E.
I MIEI ROMANZI IN SEI PAROLE
Siccome è una gara bisogna votare il romanzo migliore.
Cliccando sul romanzo si arriva direttamente alla pagina de L'Espresso in cui si può votare.
Se sei un mio amico o un mio lettore affezionato, clicca tutti i miei romanzi e dammi un 5!
SAGGI - ROMANZI FILOSOFICI
Sei idea, sei pensiero, sei parole.
Piacere che finisce non sia dolore.
Chi sono? Donde vengo? Dove vado?ROMANZI ROSA
Possono Avere Regole Oppure Liberamente Esprimersi
Pochi Amori Ritornano Ogni Languida Estate
"Amo", disse morendo lentamente. Aveva abboccato.HARD CORE
Non sei più fatti, sei parole.
Peccava di Lussuria e Gola. Contemporaneamente!FAVOLE IN SEI PAROLE
(molto utile quando, per citare De Gregori, è tardi e "i bambini piangono e a dormire non ci vogliono andare")
Figliastra sfruttata dalla matrigna sposa principe.
Brutto anatroccolo crescendo diventa splendido cigno.
Burattino di legno diventa bambino vero.
Cacciatore salva Cappuccetto da lupo cattivo.
Evolution Rome 2009: "L'evoluzione biologica: fatti e teorie"
Forse il nostro non è aggiornato sui dati emersi all'ultima convention dello STOQ (Sappiamo Tutto O Quasi) svoltasi l'anno scorso a Denver, Colorado, U.S.A.
Alla WIATOSLTA (What Is All This Other Stuff Leading To Anyway) convention organizzata dallo STOQ, scienziati provenienti da tutto il mondo hanno concordato che la teoria dell'evoluzione è ufficialmente smentita.
I convenuti, dopo aver ascoltato una lettura magistrale ricca di dettagli e fatti (non una semplice teoria) sul Disegno Intelligente, non hanno potuto che cedere davanti al punto fondamentale dell'argomentazione. Mentre la scienza "convenzionale" può offrire solo ragionamenti, fatti ed osservazioni in supporto alla teoria dell'evoluzione, gli esperti dello STOQ hanno presentato un'evidenza decisiva che mostra l'esistenza di qualcuno là sopra.
Alcuni dei fatti presentati dallo STOQ sono inconfutabili, tra questi, ma solo per citarne alcuni...
Come può la teoria evoluzionista spiegare:
- Malformazioni congenite
- Aids
- Cancro
- Odio
- Guerra
- Innondazioni
- Carestia
- Terremoti
- Uragani
- Povertà
- Malattie
- Avidità
Può forse la scienza dimostrare che tutte queste cose sono semplicemente un effetto casuale della natura? Se no, da dove vengono? Lo STOQ sostiene che la mancanza di prove scientifiche sulle origini di tutti questi fenomeni sia la prova stessa che essi sono azioni di un Dio amorevole e premuroso.
I paleontologi presenti alla conferenza hanno ricordato che fu Satana a conficcare tutti i fossili sulla Terra per confondere le menti degli uomini, cosi chè nessuna verità può derivare da questi reperti, e che è confermato che la Terra avrebbe solo 4000 anni.
E' stato anche dimostrato che le prove del DNA non hanno nessun valore dal momento che DNA significa Devil's Nasty Alternative.
I Fondamentalisti Cristiani presenti alla Conferenza hanno dichiarato di non essere influenzati dalla Chiesa nelle loro conclusioni, ma gioiscono del fatto di aver avuto ragione fin dal principio. Un delegato, il Leder Supremo e Primo Profeta della Chiesa dei Moderni Apostoli, Bishop Peter Ian Sinclair-Shipton (PISS), che è anche membro di alto livello del Ku Klux Klan, un'antica e onorevole istituzione Americana, avrebbe affermato testualmente "Con tutti questi disastri, odio, confusione, distruzione, privazione, disuguaglianza, diffidenza, miseria, squallore, degrado, iedia e disperazione che ci sono nel mondo chi potrebbe ancora dubitare dell'esistenza di un Dio benevolo e misericordioso che guida le sorti dell'umanità?".
Il Dr. Jeremiah Q. Feelgood, Presidente dello STOQ ha detto, in un'intervista alla fine della Conferenza "Mffgfnsattr horetdsscja nhs whhhdsw. Fiiiass grummitheffs hrahhhhs hwwwwh". Senza dubbio la dichiarazione del Dr. Feelgood's avrebbe avuto un'impatto maggiore se la sua testa non fosse stata così lontana dal suo culo.
Non è farina del mio sacco, se non la traduzione e l'idea dello STOQ.
Non ci credo finchè lo vedo coi miei occhi!
Il libro della Psicologa padovana Paola Bressan è finito ovviamente, immediatamente in cima alla mia wish list di anobii.
Sul sito una immagine mi ha letteralmente rapito e merita uno spazio anche qui.
Nella figura a sinistra, vediamo lune nere seminascoste da una nuvolaglia chiara; in quella a destra, lune bianche seminascoste da una nuvolaglia scura. Eppure, le quattro lune nere sono identiche alle quattro lune bianche. In altre parole, i quattro dischi a sinistra sono fisicamente uguali a quelli a destra (come si può controllare confrontandoli attentamente).La considerazione che mi ha rapito deriva dal fatto che noi siamo portati ad attribuire al senso della vista un valore reale, assoluto che diventa anzi il golden standard per le altre sensazioni ed idee.
L'unico testimone accreditato è quello "oculare".
Non crediamo se non vediamo (a proposito il titolo del post è un'illusione basata sul principio che anche quando leggiamo ci concentriamo più sul significato della frase che non sulle parole: probabilmente molto avranno capito "Non ci credo finchè non lo vedo coi miei occhi!" e non l'esatto contrario come ho scritto).
Ma se basta che lo sfondo sia diverso per ingannare la nostra vista.
Non è lo stesso effetto che fa il nostro umore sul nostro pensiero? Non diciamo di vedere tutto nero quando siamo depressi?
E non sarà lo stesso effetto che fa il nostro "sfondo" socio-culturale-religioso sul nostro pensiero?
Non se ne esce...
Un'idea ce l'ho.
Non ci credo finchè lo vedo coi miei occhi, devo imparare a vedere anche con gli occhi degli altri.
Questo post non vorrebbe finire qui. Tra l'altro mi ha risvegliato la vecchia passione per il Fuzzy pensiero. Ma devo scappare, ci tornerò su.
Come fare danni raccogliendo consensi
Questo però non è un aiuto alle famiglie a basso reddito, al contrario. Rischia di metterle in maggiori difficoltà.
IBFAN Italia si è fatta promotrice di una lettera di dissenso, e sta raccogliendo adesioni, sia di associazioni che individuali, sul sito
http://nolattegratis.altervista.org
Aderisci e diffondi anche tu!
mercoledì 21 gennaio 2009
La lega lancia un offensiva alla Fede
Vedremo cosa risponderà il vescovo!
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post inviato da htc diamond
Print your blog
L'idea era di stampare il blog come se fosse un libro, ovvero, per usare un neologismo un servizio per stampare un blook. Carina, infatti ci hanno già pensato.
Già che c'ero ho raccolto qui alcuni consigli per chi vuole stampare da sè materiale del blog,. Ci sono diverse possibilità:
Ovviamente la cosa più semplice è:
- evidenziare la parte che si vuole stampare
- cliccare File > Stampa
- nel dialogo Stampa, scegliere Selezione
- cliccare Stampa
Va benissimo per stampare un singolo post. Ma se voglio stamparli tutti?
Un trucco semplicissimo, che ho scoperto in questa indagine, per avere in una pagina sola tutti i post del proprio blog (forse non è molto comodo per stamparli, forse va bene per salvare un veloce backup) è scrivere nell'indirizzo del browser questa stringa
http://pignology.blogspot.com/search?updated-min=1970-01-01T00:00:00Z&updated-max=2070-01-01T23:59:59:00Z&max-results=5000
ovviamente sostituendo a pignology il nome del vostro blog e mettendo come updated min e max il range di date di pubblicazione che volete includere.
Un po' più sofisticato è il web editor gratuito printwhatyoulike, che permette di caricare una qualsiasi pagina web e rimuovere tutto quello che non si vuole stampare (sidebars, banner, etc) prima di inviarla alla stampante. Anche qui si può provare una demo online che fa capire quanto sia semplice e intuitivo.
Ancora più completo sembra booksmart di Blurb, un software di impaginazione multipiattaforma facile da usare e gratuito, che, tra le altre funzionalità, permette di trasformare un blog in un libro, prelevandone in automatico i contenuti! Sembra che supporti Blogger, LiveJournal, TypePad, o Wordpress.com.
Ma la mia idea era di passare dal blog al libro con pochi click.
Blog2print funziona proprio con Blogger (e typepad) e permette di creare rapidissimamente un'anteprima del libro (da fare come gioco) per poi ordinare la versione softcover a 15$, hardcover a 25$ per le prime 20 pagine più 35C a pagina. Il mio blog appena nato produce già un libro di 116 pagine che quindi costerebbe 50$ con softcover. C'è poi una possibilità molto economica che è l'eBook in pdf che costa solo 2,99$ indipendentemente dal numero di pagine.
Nella mia idea oltre a scegliere il rage di date e l'ordine (cronologico o inverso) dovrebbe essere anche possibile creare automaticamente l'indice generale a partire dalle etichette dei post con i rimandi alle pagine, scegliere se ordinare i post, invece che per data, per etichetta. Ovviamente decidere se pubblicare le immagini e, nel caso, se in bianco e nero o a colori.
Finora non ho trovato nulla del genere.
In Italia, ho cercato su ilmiolibro.it ma permette solo di creare un libro da doc, ppt o pdf o di creare un'agenda. Penso che ci arriveranno presto, magari gli scrivo.
martedì 20 gennaio 2009
Post mortem
L'ho usato, ma ancora non lo sapete, quando ho trovato una esilarante vignetta di Peanuts su San Valentino ma, essendo metà ottobre, l'ho inserita in un post programmato per il 14 febbraio.
Ma c'è un post programmato che mi ossessiona da qualche settimana. Il post-mortem.
Cito Baden Powell che iniziava la sua ultima lettera agli scout citando Capitan Uncino:
Cari scout, se avete visto la commedia di Peter Pan vi ricorderete che il capo dei pirati ripeteva ad ogni occasione il suo ultimo discorso, per paura di non avere il tempo di farlo quando fosse giunto per lui il momento di morire davvero. Succede press'a poco lo stesso anche a me, e per quanto non sia ancora in punto di morte quel momento verrà, un giorno o l'altro; così desidero mandarvi un ultimo saluto, prima che ci separiamo per sempre. Ricordate che sono le ultime parole che udrete da me: meditatele [...]L'idea che mi era venuta era di fare un post programmato che avrei poi spostato in avanti finchè ci fossi riuscito e che, qualora fossi morto prematuramente, sarebbe spuntato come ultimo saluto ai miei amici.
Riflettendo ho trovato alcuni problemi.
Innanzitutto di quanto post-datarlo. Non deve essere troppo nel futuro perchè la gente, una volta scoperto che ero morto avrebbe smesso di leggere il blog. Non deve essere così vicino da poter rimanere non posticipato solo per una mia normale assenza tecnica dal blog, avevo quindi scartato l'idea di metterlo sempre per il giorno dopo che, se da un lato poteva avvertire tempestivamente i miei amici della mia morte, dall'altro avrebbe potuto creare spiacevoli inconvenienti nel caso un giorno mi fossi dimenticato di spostarlo. Un'altra idea era quella di metterlo il giorno del mio compleanno iniziandolo con "oggi avrei compiuto 40 anni ...". Però se fossi morto subito dopo quella data sarei incappato nel problema di dover aspettare un anno intero per vederlo (!) pubblicato.
Avrei dovuto anche fare in modo che chi lo avrebbe letto non avesse motivo di pensare ad una profanazione postuma del mio blog ... ma quello non era un grosso problema: chi altri scrive cose simili?
Ovviamente il testo del post avrebbe subito numerose aggiunte e modifiche nel corso degli anni (perchè non è che lo pensassi per un presentimento di necessità immediata) ma il problema maggiore era che avrebbe risentito troppo degli sbalzi a breve termine del mio umore: avrei continuamente pensato "se muoio oggi non voglio assolutamente che leggano quelle cose".
Così non l'ho più fatto.
Mi è tornato in mente oggi quando ho scoperto il necrologio condiviso (shared obituary), che linkerò appena avrò scritto. Fatto!
Necrologio condiviso (shared obituary)
Però ancora non si era accesa quella lampadina che illumina l'oscura camera del mio cervello rivelando quello che era lì da sempre oppure di passaggio.
E così mi sono fatto fregare questo brevetto: Method and system for capturing memories of deceased individuals.
Apro una piccola parentesi per fugare i sospetti (per chi avesse già letto post-mortem) che sia in una fase depressivo-suicida, e quindi a chi si chiede "ma come fa uno ad imbattersi per caso in questo brevetto?" rispondo che stavo cercando un brevetto di Pincelli C e questo è di Pincelli F.
Il fascino del titolo però ha impedito che lo cestinassi immediatamente come non corrispondente ai criteri della mia ricerca.
Subito, poichè spesso leggo improbable researches nel campo della risonanza magnetica cerebrale, ho pensato che avessero brevettato una tecnica per estrarre da un cervello ancora non completamente spento gli ultimi ricordi come dalla scatola nera di un aereo precipitato o, perchè no, un intero backup della memoria se la morte era sopravvenuta improvvisamente e non si era provveduto in tempo.
Invece qui il problema è un altro, e ben più serio:
Oggi quando qualcuno muore, tocca spesso ad un familiare o ad un amico intimo scriverne un necrologio. Ne deriva che questi sono quasi sempre scritti e da un singolo punto di vista, quello di chi li scrive. Inoltre, le informazioni per questi necrologi sono raccolte in un momento in cui parenti e amici sono sotto shock. Per cui questi necrologi non ritraggono accuratamente il morto e non ne forniscono una comprensione esaustiva. Infine, questi necrologi sono in genere distribuiti solo ai giornali locali mentre l'individuo avrebbe potuto essere conosciuto da molte persone anche in giro per il mondo.Ce n'è davvero bisogno! Speriamo che l'abbiano brevettato solo negli Stati Uniti e che possa prendermi io il merito dell'iniziativa per l'Italia!
Nel caso di persone famose e celebrità, sono sempre disponibili dei necrologi (i cosiddetti coccodrilli, NdT) che possono essere immediatamente riportati o stampati dai media in caso di decesso. Ma questo non riguarda la maggior parte delle persone.
C'è quindi bisogno di un sistema per raccogliere e distribuire informazioni relative ad individui deceduti che considerino il punto di vista di differenti soggetti, che possano quindi fornire una comprensione esaustiva del morto e che possano essere accessibili e distribuiti su larga scala.
lunedì 19 gennaio 2009
Joan Pick - Una vita a emissioni zero
Altri giornali in Italia non ne parlano. In inglese sul Guardian, o in francese su Le Monde.
domenica 18 gennaio 2009
Sbagliando si impara (A google trick)
La ricerca delle parole biografia condivisa non riporta tra i primi 10 risultati nessuna pagina che parli dell'argomento.
Anche se google dovrebbe riportare per prime le pagine che contengono la stringa esatta, per migliorare questo risultato si possono racchiudere le parole tra "", la ricerca "biografia condivisa" produce un risultato molto diverso ed è quello che volevo io.
Bene, per chi fosse molto pigro o avaro ho scoperto che la ricerca biografiacondivisa, che ho fatto per sbaglio saltando lo spazio, produce lo stesso risultato che l'aggiunta delle virgolette, facendo così risparmiare ben 3 caratteri!
Shared biography (biografia condivisa)
Ragiono:
- se sei molto famoso, qualcuno può scrivere una tua biografia
- se sei famoso e hai buona memoria, puoi scrivere una autobiografia
- se non sei nessuno e non ti ricordi quasi niente?
Fiero delle conclusioni a cui sono giunto, ma umile e messo in guardia dalle precedenti esperienze, inizio a cercare chi e come prima di me abbia utilizzato questa espressione per definire un genere letterario.
Per shared biography trovo solo un utilizzo diverso ad indicare le esperienze che due (o più) persone hanno condiviso.
Biografia condivisa l'ho trovato utilizzato in questo senso solo (SOLO!!) da Elio e le storie tese in un'intervista a Repubblica.
Se diventerò famoso qualcuno scriverà nella mia biografia che nel 2008 ho iniziato un genere letterario. Se mi ricorderò, lo scriverò io.
Incentivi per le auto solo se hanno il crocifisso
La sua richiesta di incentivi per l'auto ("non per favorire gli Agnelli ma per le decine di migliaia di addetti al settore") sarebbe sembrata solo miope e fuori tempo se non avesse introdotto una novità assoluta: lo stato deve vietare la circolazione delle Ferrari a Torino!
"Non è in dubbio il diritto dei cittadini alla ricchezza, ma renderla visibile è un'altra cosa" afferma il Vescovo.
"A Torino l'85% della popolazione gira con una FIAT, ciò basta a rendere inopportuna la presenza di Ferrari in città."
A Montezemolo (ex presidente di Confindustria, ma ancora AD di Ferrari), che contestava la proposta citando l'esempio della vicina Montecarlo dove circolano liberamente le Ferrari, il Vescovo ha ribadito che è logico che "dove i poveri con le FIAT sono in minoranza è naturale che le Punto convivano a fianco di grosse auto sportive".
Distaccato il commento del Sindaco di Torino Chiamparino "finora non ho una Ferrari e dunque il problema non si pone".
Ancora più esplicito il dissenso del segretario regionale del Pd, l'ex democristiano Morgando "ho fatto un giro recentemente sulla Ferrari di Berlusconi e devo dire che è molto bella".
(La Repubblica - 18 gennaio 2008 pag. 6 della versione a stampa, torino.repubblica.it)
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post inviato da htc diamond
Raccomandata on-line
Mi era venuto prima il moto di rabbia "ma possibile che per fare una raccomandata si debba perdere una mattinata in posta".
Poi l'idea impreditoriale: creare www.raccomandataviamail.com e www.raccomandataviafax.com in cui l'utente inserisce indirizzo del mittente, del destinatario, testo della lettera e qualcuno stampa il tutto e porta in posta. Ero già in fase avanzata di progettazione (tipo: le mail ricevute entro le 11 saranno spedite entro le 15 e quelle ricevute entro le 16 saranno spedite entro le 19) e businnes-plan (due passaggi in posta alle 15 e alle 19, utilizzo di virtualfax gratuiti, etc.)
Samattina parte la fase operativa.
Primo punto: analisi della concorrenza.
Buono a sapersi.
Shared post o Mirror post
La mia idea di shared-post sarebbe un po' diversa da quello che attualmente riesco a fare.
La cosa più semplice è linkare il post che voglio condividere. E' la manovra più utilizzata dai blogger.
Sul mio blog utilizzo lo strumento del blogroll per condividere con i miei lettori i blog dei miei amici o blog che ritengo conoscenze interessanti. Questo gesto è molto diffuso, spesso è reciproco e crea quella "rete" di rapporti che riproduce le relazioni della vita reale.
Utilizzo anche lo strumento condividi di google reader (shared nella versione inglese) che permette di far comparire i titoli delle notizie più interessanti che si sono lette in un riquadro o in una pagina dedicata. E' una scorciatoia per dare risalto a notizie interessanti ma che non si ha il tempo di commentare con un post dedicato. E' anche bello poter sfruttare la selezione di notizie già fatta da qualcun'altro.
Ma ancora non è quello che voglio...
La mia idea di shared-post sarebbe questa: un post inserito da un blogger che, con accordo unanime di tutti gli interessati, venisse mirrorato (quindi forse potremmo chiamarlo mirror-post?) su il blog di un'altra persona. I proprietari potrebbero modificare il post e i commenti apparirebbero su tutti i blog.
Uno degli utilizza che ne farei riguarda il retroblogging: inserisco un post retrodatato relativo all'esame di maturità (ad esempio) i miei ex compagni cominciano a lasciare commenti sul post e ne viene una foografia molto simpatica dell'evento. Un compagno che ha un suo blog vorrebbe (me la suono e me la canto!) avere quel post anche sul suo blog senza farene uno simile, che finirebbe per distrarre i commenti, ma proprio quello!
Qualcuno sa se esiste una cosa simile?
Retroblogging
A me vengono in mente tantissime idee e per anni, non sentendo nessuno parlarne, ho potuto coltivare l'illusione che fossero solo mie. Penso al citofono cordless e alla segreteria citofonica, che ho pensato anni prima che venissero inventati (o, appunto, che ne scoprissi l'esistenza), penso alle buste di plastica per mettere le multe sul finestrino delle macchine, che nessuno ancora ha inventato.
Ma da quando c'è internet ho preso l'abitudine di verificare se qualcuno ha già avuto la stessa idea e ho sperimentato sulla mia pelle che quasi sempre è così.
Così ho fatto stamattina per vedere se qualcuno aveva già usato la parola retroblogging per descrivere quello che sto facendo io, aggiungere post retro-datati sul blog.
Retroblogging
If someone hasn't coined this term yet, let me take the credit. Retroblogging is the act of blogging about stuff that you've been meaning to get around to blog about. Extra credit if your blogging software lets you set the date of your retro posts back to when you originally wrote or meant to write them. (Shanworld - 16/10/2004)
In Italia la parola è molto meno diffusa.
Retroblog è un sito vintage dedicato agli anni 70-80-90.
Molti chiamano retroblog degli spin-off più intimi o leggeri dei loro blog ufficiali.
Leonardo, ironicamente, chiama retroblogging quello che continuano a fare i blogger al tempo di Twitter e facebook.
Mi sono stupito di non aver trovato nessun sito porno o semi-porno per appassionati del contronatura (ancora qualche idea originale forse mi viene!)
Non mi sembra, però, di aver trovato nessuno che utilizza in italiano la parola retroblogging nel significato proprio.
Anche google mi corregge e suggerisce "forse cercavi metroblogging".
Non mi sembra nemmeno di aver visto blog con post retrodatati come ho iniziato a fare io, ma su questo attendo di essere smentito presto.
Chissà se Tullio de Mauro mi citerà su Internazionale...
giovedì 15 gennaio 2009
L'indice anulare
Però in questi giorni torna alla ribalta il primo di tutti gli indici, il dito indice. E in particolare il rapporto tra la sua lunghezza e quella del suo vicino anulare (il dito medio si salta perchè, dicono, non sta bene).
Dico torna alla ribalta perchè ricordo benissimo che già 10 anni fà la notizia mi aveva incuriosito. All'epoca ero ufficiale medico e, tra le mie mansioni, c'era la "visita quindicinale" in cui dovevo in un'ora e mezza, ogni 2 settimane, verificare lo stato di salute di un centinaio di sani e robusti militari. Ricordo che una sera (la visita si svolgeva prima di andare a dormire) passando in rassegna i giovani in mutande davanti ai loro letti mi concentrai solo sul suddeto rapporto di lunghezza tra l'indice e l'anulare. Il responso era brutale: anulare più lungo uguale maggior virilità, indice più lungo uguale femminuccia.
La notizia di questi giorni (lanciata da adnkronos e rilanciata da molti giornali) deriva dalla pubblicazione su PNAS (prestigiosa rivista scientifica) di un lavoro dal titolo Second-to-fourth digit ratio predicts success among high-frequency financial traders.
[...]basandosi sull’analisi di 44 broker, alcuni dei quali hanno guadagnato oltre quattro milioni di euro l’anno. Effettivamente, quelli con l’anulare più lungo dell’indice sono riusciti, in un periodo di 20 mesi, ad accumulare una fortuna 11 volte superiore rispetto a quella conquistata da uomini con anulare più corto dell’indice.L'indice anulare ha una base scientifica e sarebbe correlato all'esposizione prenatale al testosterone.
Ho trovato 208 lavori scientifici su PubMed e ho provato a guardare a cos'altro fosse stato correlato il second-to-fourth digit ratio, l'indice anulare:
- success among high-frequency financial traders
- emotional or physical side effects when taking oral contraceptives
- performance in sport and athletics
- speed in endurance races
- serum estradiol and testosterone concentration
- sexual orientation, "masculinity", departure from a sex-typical gender identity in women
- homosexuality
- differences between self-identified "butch" and "femme" lesbians
- cooperative behaviour, prosocial behaviour in a dictator game
- childhood attention deficit-hyperactivity disorder (ADHD)
- risk for schizophrenia
- delayed menarche
- predisposition to persistent HPV and increased risk of CIN
- risk of knee and hip osteoarthritis
- hand preference
- hemispheric asymmetry
- susceptibility to HIV and AIDS
- predisposition to infertility, autism, dyslexia, migraine, stammering, immune dysfunction, myocardial infarction and breast cancer
- married women had higher 2D:4D ratios than unmarried women
- high reproductive success within couples
- sperm number
Più preoccupante un lavoro lituano che verifica l'andamento storico dell'indice, scoprendo (senza tanta sorpresa per chi ha già letto questo post sugli endocrine disrupting chemicals) che il rapporto sta aumentando nel tempo.
Ovviamente la rete pullula di pagine dedicate all'argomento.
La ricerca su google "indice anulare" da 52.900 pagine tra le quali è possibile trovare:
Adesso non sono sicuro di come concludere questo post, partito con un idea faceta e finito per prendersi fin troppo sul serio...
Allora finisco il mio rapporto con il mio rapporto
Retronimo
Un esempio chiarissimo è telefono fisso, per definire quello che si era sempre chiamato telefono dal momento in cui la precedente definizione è divenuta insufficiente perchè sono arrivati prima i telefoni senza fili e poi, soprattutto, i cellulari.
Altri esempi di retronimi li trovate quì.
Mi è tornata in mente questa parola (che avevo letto anch'io per la prima volta su Internazionale nella rubrica di Tullio De Mauro) perchè cercavo di descrivere una particolare sensazione di cui mi sono reso conto oggi.
La sensazione che una nuova tecnologia, ma potrei generalizzare con una nuova idea, ti accenda nuovi bisogni (e fin qui nihil novi) ma riferiti al passato.
Cerco di spiegare con un esempio. La comunicazione via mail e sms ci ha abituato ad avere a disposizione, senza nemmeno pensarci, la copia dei messaggi che inviamo. Questo non succedeva con biglietti, cartoline e lettere del passato. Rovistando tra i ricordi, attività che in queste settimane ho praticato con regolarità (sarà l'avvicinarsi degli 'anta?!) ho sentito la mancanza a ritroso di una copia di tutto quello che ho scritto a mano negli anni passati.
mercoledì 14 gennaio 2009
Esce oggi il nuovo libro di Giulio Andreotti: "I miei primi 90 anni"
"Dopo la sua morte, Andreotti va all'inferno.
Quando bussa alla porta il diavolo di guardia chiede: 'Chi è?'.
'Giulio Andreotti', risponde.
Il diavolo s'illumina: 'Ciao papà!'".
Non è un caso che l'ex leader socialista Bettino Craxi l'avesse soprannominato Belzebù.
Andreotti, che oggi compie novant'anni, è il più potente politico italiano del dopoguerra. Da sessant'anni in parlamento, ha incarnato per
tutto questo tempo la parte conservatrice e fedele alla chiesa cattolica della repubblica italiana.
Süddeutsche Zeitung, Germania
venerdì 9 gennaio 2009
Sparizioni mariane
Le note in rosso (ovviamente) sono aggiunte mie.
CITTA’ DEL VATICANO (Petrus)
Civitavecchia e Medjugorje rappresentano solo i casi più recenti e clamorosi: luoghi in cui presunti veggenti dicono di aver avuto e di continuare ad avere apparizioni della Vergine, anche se Nostra Signora si limiterebbe a dar loro messaggi assolutamente inconsistenti dal punto di vista teologico e spirituale. Risultato: i fedeli si trovano disorientati a causa di manifestazioni che la Chiesa non solo non ha ancora riconosciuto come veritiere ma che difficilmente approverà anche in futuro. Come si sa, peraltro, in materia la cautela della Chiesa è massima: centinaia sono i casi di apparizioni bocciati e bollati come falsi solo negli ultimi cinquant’anni. Tuttavia, c’è chi continua a giurare vedere la Madonna, richiamando nei propri luoghi folle di fedeli disperati, molte volte alla ricerca di un miracolo o di una grazia che, però, non arriva.
Però. Non arriva il miracolo perchè sono false apparizioni? E se non arriva il miracolo a Lourdes?
Come affrontare, allora, questo fenomeno?
Come evitare che si diffondano messaggi non veritieri della Madre di Cristo all’umanità?
Come evitare che si diffondano messaggi veritieri ritenuti scomodi? Chi giudica se sono veritieri? Più avanti questo punto è chiarito!
Le risposte a questi e ad altri quesiti sono contenute in un ‘direttorio’ che Benedetto XVI ha fatto istruire alla Congregazione per la Dottrina della Fede e che presto verrà reso pubblico e inviato ai Vescovi diocesani di tutto il mondo. Con tale documento, che integra le Istruzioni già impartite nel 1978 dal Vaticano, il Papa chiede la massima severità negli accertamenti relativi alla constatazione della veridicità delle apparizioni mariane.
I Vescovi, dopo aver insediato una Commissione di psichiatri, psicologi, teologi e pedagogisti, dovranno imporre il silenzio agli pseudo-veggenti.
Questo "imporre il silenzio" suona molto simile a "mettere a tacere" ... speriamo bene! Del resto nella commissione mancano poliziotti e militari...
Sarà questo un primo banco di prova: la storia insegna, da Lourdes a Fatima, da Guadalupe a La Salette, che chi realmente ha il dono di essere in contatto diretto con la Madonna, segue, anche a causa di enormi sofferenze, le direttive della Chiesa locale.
Primo sillogismo: potrebbe anche essere che solo chi segue le direttive della Chiesa (e per di più locale) ottiene il riconoscimento di essere in contatto (e per di più diretto) con la Madonna. E primo dubbio teologico: Gesù seguì le direttive della Chiesa Locale? E San Francesco?
Dunque, chi non resterà nel silenzio ma farà sì che la notizia di queste presunte apparizioni circoli liberamente, attirando attorno a sé la presenza di curiosi, giornalisti e fedeli alla ricerca di una grazia particolare, avrà già dato un segno indicativo della falsità del proprio misticismo.
C'è differenza tra restare in silenzio e far sì che una notizi circoli liberamente, quindi bisognerebbe anche che il visionario si prodigasse per smentirsi?! Dubbio teologico: Gesù attirava spesso curiosi e fedeli alla ricerca di una grazia particolare.
Maria stessa, infatti, non convaliderebbe mai un atto di disobbedienza nei confronti di un Vescovo, anche se questi fosse in errore.
Forse il punto più alto dell'articolo. Siamo sicuri?!?
Secondo punto: gli pseudo-veggenti andranno visitati da psichiatri e psicologi, possibilmente sia atei che cattolici, per certificare la loro salute mentale e per verificare se siano affetti o meno da patologie di carattere isterico o allucinatorio o da manie di protagonismo.
Curiosa la necessità degli psichiatri atei ... credi tu davvero che il paziente Pinco Pallino sia in contatto con una cosa che tu non credi che esista?!?
Terzo passo da compiere: appurare il livello di istruzione di chi si proclama ‘mistico’, per evitare che possa ingannare le autorità ecclesiastiche e i fedeli dopo aver attentamente studiato scritti di teologia e mariologia.
Beati gli ignoranti, perchè vedranno Dio!
In tal senso, chi è oggetto di accertamenti da parte dell’autorità ecclesiastica, sarà chiamato a consegnare alla Commissione insediata dalla Diocesi anche le apparecchiature informatiche in suo possesso, compresi i personal computer, per consentire di verificare se abbia mai effettuato ricerche in materia di apparizioni in Internet, uno strumento ricco di informazioni per chi volesse ‘copiare’ o imparare da veri veggenti il senso teologico di messaggi celesti.
Sarà fondamentale verificare se la data delle ricerche è precedente alle presunte apparizioni (colpevole di truffa) o successiva (stimolato dalla visione). Quali sono i siti dei "VERI VEGGENTI" da cui si può imparare? Quali sono le altre "apparecchiature informatiche" da sequestrare?
Nel direttorio, inoltre, si chiede ai Vescovi di accertare se gli pseudo-veggenti abbiano interessi economici diretti o indiretti in relazione ai pellegrinaggi e all’inevitabile vendita di souvernirs religiosi nei luoghi in cui dicono di vedere la Beata Vergine Maria.
Nemo profeta in patria! Devono aver letto "La commedia dei perdenti" di Tonino Benacquista.
C’è poi la questione del rispetto dell’ortodossia: quanto rivelato dalle apparizioni non deve risultare in contrasto né con il Vangelo né con la dottrina della Chiesa ma essere in armonia con essi. Va da sé, dunque, che se un ‘veggente’ attribuisce alla Madonna frasi o concetti contrari al Magistero, è da considerare un mendace.
Eccirisiamo coi sillogismi tautologici: e se fosse mai la dottrina ad aver deto qualcosa in contrasto con il Vangelo. E dubbio teologico: Gesù non ha mai detto nulla in contrasto con la dottrina della Chiesa? E San Francesco?
Se proprio dalle analisi non dovessero risultare anomalie, e quindi il ‘veggente’ dovesse essere ritenuto credibile, in ultima istanza dovrà essere interrogato da uno o più demonologi ed esorcisti per escludere che dietro alle apparizioni (come è già avvenuto tantissime altre volte nella storia del cristianesimo) si nasconda Satana per trarre in inganno i fedeli.
Ovvio no? Se uno sano di mente, non troppo istruito, obbediente alla Chiesa, disinteressato econiomicamente dice di vedere la Madonna ... come minimo è Satana in persona!!!
In base alle nuove istruzioni pronte ad essere emanate dalla Santa Sede in nome e per conto di Benedetto XVI, che con il fenomeno delle apparizioni mariane ha già avuto a che fare durante il suo ultraventennale mandato di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, c’è dunque da attendersi un vero e proprio giro di vite, con ‘processi’ più lunghi, meticolosi e rigidi da parte delle Diocesi, anche per una corretta informazione da fornire ai fedeli, in modo che non si verifichino vicende molto simili a quelle di Civitavecchia e Medjugorje, dove migliaia di persone continuano ad accorrere malgrado il Vaticano non abbia mai riconosciuto come veritieri i fenomeni soprannaturali ivi segnalati.
Naturalmente, stando al ‘vademecum’ fatto redigere dal Papa alla Congregazione competente, la stessa prassi ‘investigativa’ andrà impiegata qualora qualcuno dovesse asserire di vedere e parlare con Gesù, gli Angeli o i Santi o se addirittura (è recente un caso in provincia di Salerno) manifestasse le stimmate o dichiarasse di avere statue ed immagini sacre che lacrimano in casa.
Ecche non si credano i furbetti che basti dire di vedere Gesù invece della Madonna e allora tutti ti credono immediatamente.
Per conoscere il pensiero di Benedetto XVI in materia, basta ricordare quanto egli dichiarò, ancora Cardinale, al giornalista e scrittore Vittorio Messori: “In questo campo, più che mai, la pazienza è un elemento fondamentale. Nessuna apparizione è indispensabile alla fede, la Rivelazione è terminata con Gesù Cristo”.
Tutto quello che è stato detto dopo sono inutili c.....ate!
Il noto teologo René Laurentin, dopo anni di ricerche, ha censito oltre 2.450 manifestazioni mariane documentate nella storia della Chiesa. Ma su quasi 300 richieste di indagine avviate nell’ultimo secolo, le autorità ecclesiastiche hanno attestato ufficialmente come vere solo una dozzina di apparizioni. L’ultimo riconoscimento è quello di Nostra Signora di Laus, in Francia, avvenuto l’8 maggio del 2008, però i fedeli hanno dovuto attendere 3 secoli prima di ottenerlo. Le altre apparizioni approvate sono concentrate soprattutto in Europa (Fatima, La Salette, Tuy, Beauraing, Banneux, Siracusa), ma anche in Egitto (Zeitun), Siria (Damasco) e Ruanda (Kibeho).
Ma le commissioni sono tramandate di padre in figlio per generazioni?
All’inizio di questo articolo accennavamo a Civitavecchia e Medjugorje: nel primo caso, è una bambina ad asserire di aver avuto apparizioni della Vergine. Contestualmente, una statua della Madonna di Medjugorje collocata nel giardino della sua abitazione, avrebbe addirittura pianto sangue; lo stesso fenomeno si sarebbe ripetuto in presenza dell’allora Vescovo Girolamo Grillo, in un primo momento scettico. Lo stesso Giovanni Paolo II, messo a conoscenza dell’accaduto, volle per alcune ore quella statua nella sua cappella privata,
La statua, posta nella cappella privata del papa per alcune ore non ha pianto. La rana senza 4 zampe diventa sorda.
ma il Vaticano non si è mai pronunciato a favore delle apparizioni e delle lacrimazioni soprannaturali.
Piangere è roba da femminucce, non da supereroi!
Più complesso il caso di Medjugorje: da oltre un quarto di secolo la Madonna apparirebbe ogni giorno ai veggenti e una volta al mese detterebbe un messaggio per l’umanità. Ma il Cardinale Tarcisio Bertone, braccio destro del Papa, non ha mai nascosto il suo scetticismo: “Dal 1981, Maria sarebbe apparsa decine di migliaia di volte a Medjugorje. Questo è un fenomeno non assimilabile ad altre apparizioni mariane”.
Per questo il Vaticano ha chiesto all’Opera romana pellegrinaggi (una delle più importanti agenzie di turismo religioso che fa capo al Vicariato di Roma) di depennare dal catalogo le visite alla più famosa località della Bosnia-Erzegovina, dove comunque si recano oltre due milioni di fedeli l’anno.
E alla Volkswagen di non vendere le Golf!
Il problema dov’è? Si sono create due fazioni: una favorevole alle apparizioni, e dunque dalla parte dei veggenti; l’altra apertamente schierata con il Vescovo diocesano, Monsignor Ratko Peric, che come il suo defunto predecessore, non crede alla veridicità di questi fenomeni e, non venendo mai ascoltato, ha chiesto da tempo ai presunti veggenti di vivere nel nascondimento e di non divulgare alcun messaggio attribuito alla Madonna. Basterebbe già la mancata obbedienza al Vescovo, secondo il vademecum voluto da Benedetto XVI, per dichiarare false le apparizioni di Medjugorje.
Tana libera tutti!!!
Lipodiesel
Sul sito www.lipodiesel.org, il Dr. Bittner si difende dagli attacchi sferrati da estremisti religiosi a lui e alla sua famiglia. Attacchi che l'avrebbero costretto a chiudere il suo ambulatorio.
Sul sito dell'ambulatorio c'è una lettera d'addio, sembra sia "emigrato" in sudamerica.
C'è chi dice per sfuggire alla denuncia per alcuni interventi di eccessiva liposuzione, c'è chi dice per sfuggire alla denuncia perchè usare residui umani per la produzione di carburante sarebbe illegale in California.
Il fatto che California abbia previsto (e quindi vietato) nella sua legislazione anche il caso dell'utilizzo di residui umani come carburante, fa vacillare un po' la fede nella verdicità della notizia.
In realtà l'ipotesi più accreditata è che Alan Bittner sia diventato socio in affari di Jeffrey Broin fondatore della Poet llc. Mission della Poet sarebbe proprio quella di avviare l'America verso la grande rivoluzione delle macchine a grasso umano, come si evince dallo slogan:
"At POET, we're using the creativity that comes from common sense to deliver a new bounty of American energy from the eternal bounty of the American Heartland."dove "Heartland" (lett. zona centrale) allude ovviamente alla fascia addominale!
martedì 6 gennaio 2009
giovedì 1 gennaio 2009
Buoni propositi
Un padre di famiglia che si proponeva di: fare le pulizie in casa almeno una volta alla settimana, fare l'amore almeno una volta alla settimana, giocare coi figli almeno una volta al giorno".
Mi sembra che nella sua semplicità racchiuda le cose più importanti. Mi sembra in linea con il mio desiderio di semplificazione della vita, di eliminazione del superfluo quando costituisce più un peso che non un vantaggio, con il mio desiderio di rallentare fino quasi a fermarmi per in po'.
Il mio sogno nel cassetto sarebbe un anno di pausa (il 40°) per viaggiare e scrivere. Penso che, come sogno, parte della sua forza derivi dal rimanere non-realizzato e poter quindi continuare ad essere sognato. Penso che la sua presenza mi aiuti a rallentare e ad alleggerirmi.
Buon anno a tutti!