domenica 25 gennaio 2009

Ambizione orizzontale e picchi di eccellenza

Nel “Dictionary of the future”, pubblicato nel 2001 da Hyperion Books, la sociologa Faith Popcorn ha celebrato il concetto di "horizontal ambition", in contrapposizione con la tradizionale ascesa ai vari gradi di carriera. Secondo la studiosa americana la tendenza è di costruire una carriera tra imprese e ruoli diversi più che dentro un'unica situazione, muovendosi lateralmente e non solo verticalmente. Il metro di valutazione di un lavoro sarà, ovviamente, ancora lo stipendio, ma incideranno in misura sempre più ampia l'ambiente umano, la compatibilità con i tempi della vita privata, la curiosità per occupazioni e luoghi inconsueti, il piacere di sperimentare e mettersi alla prova. Il il successo non si misura più solo in termini di denaro e di carriera bensì anche di ricchezza personale fatta di esperienze e conoscenze.

Ancora più rara la variante "multiambition" (inesistente) se non nella sua derivazione "multiambitious" utilizzata però solo due volte, da C.P. riferito a me e dal TIME riferito a Joe Books.

In Italia il termine "ambizione orizzontale" compare per la prima volta in un articolo di Repubblica del 22 aprile 2002, sul doppio lavoro e non sembra (dalla ricerca su google) aver avuto nessuna fortuna.

Il senso in cui la interpreto io è però una leggera variante rispetto all'originale americano: la mia idea di ambizione orizzontale(di cui ho parlato in uno dei primissimi post di questo blog) è quella di volersi muovere su piani differenti e riuscire in tutti.
Quando scrissi quel post mi era venuto il dubbio che fosse soprattutto la giustificazione di chi non riesce ad eccellere in nessun campo.
Venerdì, parlando con un'amica, ho aggiunto al concetto di ambizione orizzontale quello di "picchi di eccellenza".
Chi (come me) insegue l'ambizione orizzontale difficlmente ottiene stabili posizioni di eccellenza in qualche campo ma raggiunge spesso picchi di eccellenza in campi diversi.

Non sarà mai un grande scacchista, un grande chitarrista nè tantomeno un grande rugbysta ... ma mi consola il fatto di aver vinto sia il primo premio al torneo di scacchi delle medie che il 2° posto al Rock around the roc nel 1989 e un secondo posto ai giochi della gioventù con la squadra di rugby del liceo!
Picchi di eccellenza!

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