mercoledì 8 ottobre 2008

Dubbi sul dogma dell'assunzione

La Commissione Europea ha avanzato dei dubbi sulla legalità del principio per cui
"In Italia per diventare insegnante di religione, anche in una scuola pubblica, bisogna ottenere il via libera del vescovo. Una prassi in vigore dai Patti lateranensi del 1929 ma entrata in collisione con le regole europee che vietano qualsiasi forma di discriminazione in ragione del credo religioso di un lavoratore." (repubblica.it)
Assunti per fede?

Continua quasi ironico l'articolo:
"perché va da sé che un ateo o un non cattolico non può diventare docente di religione, con palese discriminazione rispetto a chi è credente."
Come se un ateo o un non cattolico ambissero a quel posto. Il problema forse non è tanto come sono scelti i docenti di religione ma il fatto che nella scuola pubblica si insegni solo la religione cattolica. Ma come al solito ci sono dogmi che in Italia non si possono toccare.

2 commenti:

  1. Tu sai che io sarei contrario agli insegnanti nominati dalla curia anche se dalla curia fossero pagati.

    Ma almeno, visto che hanno programma, metodi e selezione gestiti da un ente che pubblico e laico non è, è inammissibile che debbano essere pagati dallo Stato.

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  2. Aggiungo: perché tagliano TUTTO quello che può garantire un minimo di istruzione decente ai nostri figli, ma non tagliano gli insegnanti di religione? Non ce l'ho con loro, sia chiaro, alcune colleghe sono bravissime insegnanti oltre che bravissime persone.
    Ma se i "maestri unici" saranno obbligati anche a imparare l'inglese per insegnarlo alle proprie classi e risparmiare sugli specialisti, perché il governo non pensa di tagliare le ore di religione?

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