sabato 14 marzo 2009

Al cuore non si comanda

Avrei voluto vedere voi, chi avreste ucciso.

Avrei voluto vedere voi, spaccati tra la ragione della mente e quella del cuore. Divisi tra il calcolo e l'istinto. Tra il dovere e il piacere. Anche io che sono sempre stato freddo, razionale, determinato, ho scoperto oggi che il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. Ed è inutile e ridicolo che ora la ragione chieda al cuore i suoi princìpi per apporvi il proprio consenso.
Ho sempre ucciso per dovere e per denaro, questo è il mio lavoro. L'ho sempre fatto senza tirarmi indietro, senza chiedermi se fosse giusto, buono o bello quello che facevo. A volte, nel mio mestiere, uccidere vuol dire non essere ucciso; ma mai, in tutti questi anni, ho ucciso guidato da un mio capriccio, da un'emozione, da una passione.

Avrei voluto vedere voi, dover scegliere tra la mia signora e quella giovane ragazza. Tra il senso di dovere e di rispetto nei confronti di colei i cui desideri da anni siete abituati a considerare come ordini, e il senso di libertà che trasmette chi fa tutto quello che vuole e vi incute rispetto proprio perchè non sembra obbedire a nessun ordine nè imporre ad alcuno i suoi desideri. Quella ragazza non mi ha chiesto nulla nè io mi sento in credito nei suoi confronti, domani sarà lontana ed altri godranno della sua libertà.

Avrei voluto vedere voi davanti a tanta bellezza. Non v'è dubbio che sia molto bella anche la mia signora, regale il suo portamento, fiero il suo sguardo; ma è una bellezza ricercata, costruita, pagata il prezzo di sempre più ore passate davanti allo specchio. E' una bellezza faticata e, per questo, faticosa. E' una bellezza che richiede energia. Come fate a non accorgervi della differenza davanti a quella voce soave e quel viso leggiadro. I suoi occhi somigliano a quelli di un cerbiatto, le sue labbra a gocce di sangue cadute sulla neve. La sua è una bellezza spontanea e leggera. E' una bellezza che diffonde energia.

Certo, obietterete che nemmeno io sono più giovane. Ma non capite che è proprio questo il punto? Da giovane vedevo la vita come una lunga salita verso la vetta e, in cima, un periodo più o meno lungo per godersi il panorama prima di volare via. Ma adesso lo so: la vita è una strada circolare e la vetta, o le vette, sono solo punti lungo il percorso. Si può raggiungerne una e fermarsi a lungo, godendo della posizione raggiunta, a guardare in basso verso la valle dove gli altri ancora faticano per salire. Oppure si può cercare di scalarne quante più possibile, godendo solo della sfida con sè stessi, e scendendo subito per ripartire. Ma, in ogni caso, non ci si può fermare in cima. La vetta è piccola, se paragonata alla base della montagna, e occorre lasciare il posto a quelli che saliranno dopo di noi. E arriva un momento in cui non si ha più l'energia che serve a salire e, con le proprie forze, si può solo scendere.

Ed è a questo punto che incontrare qualcuno che diffonde energia invece che sottrarla può fare la vera differenza. Può rallentare e rendere piacevole anche la discesa piuttosto che trascinare velocemente verso basso con l'unico desiderio di non farsi troppo male.

E poi, questa volta, avrei proprio voluto vedere anche tutti voi, che non avete perso una sola occasione per ripetermi "chi non ama gli animali, non può amare nemmeno le persone".

Avrei proprio voluto vedere voi, se avreste ucciso il cerbiatto oppure Biancaneve.

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