sabato 18 ottobre 2008

"George, non posso fare il socialista"

Il 14 ottobre George e Silvio si sono incontrati e si sono trovati d'accordo su una cosa:
«L’economia reale è solida, dobbiamo evitare che risenta della crisi finanziaria». E’ su questo terreno che i due si intendono, concordano sulla necessità di scongiurare «il fallimento di altre banche» ma anche sul bisogno di evitare un eccesso di impegno pubblico nella finanza privata. «Non posso certo mettere in atto politiche socialiste» afferma l’ospite e Bush di rimando: «Non voglio passare alla Storia come un presidente socialista». (La Stampa)
In questi giorni si sente spesso dire che il salvataggio delle banche effettuato con i soldi dello stato è manovra "di sinistra" o addirittura "socialista".

Lo scorso numero di Internazionale aveva una copertina di grande effetto: una statua della libertà con falce e martello.


Sottoscrivo un commento di Marco Morosini in una lettera a Internazionale:
"[...] è fuorviante perchè suggerisce che statalismo sia la stessa cosa del marxismo, del movimento dei lavoratori e del comunismo. Nella storia lo statalismo è stato usato molto più a lungo dalle borghesie che dalle classi popolari. Per almeno 200 anni le borghesi del mondo hanno usato lo statalismo per arricchirsi e cosolidare il loro potere. Anche l'attuale statalismo del ministro statunitense Henry Paulson - ex amministratore delegato Goldman Sachs - è prettamente borghese e cerca di salvare non solo l'economia ma il capitale e i capitalisti."

1 commento:

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